Parigi è una città meravigliosa, cosmopolita e bellissima.
Quando passeggi per le sue strade caratteristiche e per i viali maestosi, percepisci un’aria di cultura multietnica che fa di questa città la più grande capitale europea multirazziale.
Ma dal 13 novembre sembra tutto cambiato:
non è facile trovare parole per definire ciò che è accaduto a Parigi lo scorso venerdì…
Insieme a quei 129 morti, per lo più giovani nel pieno della loro esistenza, credo sia morta una parte di tutta l’umanità, piegata dalla ferocia bestiale di altri esseri pseudo umani che in nome di un Dio che esiste solo nelle loro menti ottenebrate dall’odio uccidono con un macabro esercizio di armi.
Possiamo provare ad esplorare il loro mondo, a comprendere le loro frustrazioni sociali, le rivendicazioni politiche per le invasioni geopolitiche, ma “leggere” queste azioni di sterminio di massa come il comando divino, rimane un vero è proprio abominio.
E’ una feroce contrapposizione dell’Occidente che corre sempre più veloce verso una civiltà ricca e opulenta, con i suoi pregi e difetti, e l’Oriente dove convivono le più belle e antiche culture con i trogloditi del 21 secolo, ma anche le sanguinose e inutili guerre internazionali per i domini di ricchi territori.
I killer di queste stragi sono mulsulmani sì, ma nati e cresciuti in occidente come gli stessi giovani innocenti che hanno sterminato; si sono nutriti però del fanatismo islamico prima dei talebani e poi dei jihadisti che li investe di onnipotenza attraverso le armi.
I musulmani veri, quelli che osservano il Corano nel rispetto degli altri esseri umani e delle altre religioni meritano il rispetto di tutti, perchè queste azioni terroristiche la risposta più facile che vorrebbero scatenare è proprio la frattura irrimediabile tra i musulmani e il resto del mondo contrapponendoli in una guerra epocale.
Invece, il mondo tutto ha risposto con fermezza e con un sentimento di rivendicazione nel diffondere la cultura della Vita e dell’Amore: Noi vivremo la nostra vita così come ci piace viverla, ascoltando la musica, passeggiando per strada, andando a cinema, allo stadio, prendendo la metro.
Questo è un breve stralcio pubblicato sul suo profilo Facebook da una giovane di 22 anni, sopravvissuta alla strage del Bataclan: in quei drammatici momenti, disseminati dall’odio bieco dei terroristi, l’Amore per la vita ed i propri cari ha predominato!
“Non penseresti mai possa accadere a te. Era solo un venerdì notte ad un concerto rock. L’atmosfera era allegra e tutti sorridevano e ballavano. E quando l’uomo ha fatto capolino all’entrata ed ha iniziato a sparare, innocentemente abbiamo pensato fosse parte dello show.
Non è stato solo un atto terrorista, è stato un massacro.
Dozzine di persone sono state sparate di fronte a me. Piscine di sangue che ricoprivano il pavimento. Pianti di uomini adulti che stringevano le loro donne ormai morte. Futuri distrutti, famiglie spezzate. In un istante. Scioccata e sola , ho finto di essere morta per più di un’ora, sdraiata in mezzo alle persone che stavano lì ad osservare i loro cari privi di vita.
Trattenevo il respiro, provavo a non muovermi, a non piangere. Sono stata davvero fortunata a sopravvivere. Molti altri invece non ce l’hanno fatta.
Questo mondo è crudele, azioni come queste evidenziano la depravazione umana e l’immagine di quegli uomini che ci circondavano come avvoltoi, mi perseguiterà per tutta la vita.
Il mio pensiero va soprattutto alle 80 vittime innocenti, che oggi non avranno la fortuna di svegliarsi accanto ai loro cari, i quali stanno cercando con tutte le loro forze di sopravvivere a questo enorme dolore. Mi sento privilegiata per essere stata con loro fino all’ultimo respiro .
Il loro ultimo pensiero non è andato agli animali che hanno causato tutto questo dolore, ma ai loro amati. Mentre stavo sdraiata nel sangue, in attesa della pallottola che avrebbe messo fine ai miei 22 anni, ho rivisto le facce di tutte le persone amate e sottovoce ho detto loro “ti amo”. Più e più volte. Nella speranza che le persone da me amate potessero sapere quanto tenessi a loro.
La scorsa notte, le vite di tante persone sono state stravolte e ora tocca a noi essere parte di un mondo migliore e persone migliori.
Viviamo la vita che questi innocenti non hanno potuto vivere, la vita che sognavano di avere e che mai si realizzerà. RIP angeli. Non sarete dimenticati” Isobel Bowdery
E insieme ai pensieri di Isobel condividiamo anche la lettera bellissima e struggente, anch’essa piena d’Amore e non di odio, che un giovane, Antoine Leiris, vedovo a causa della strage al Bataclan, scrive agli assassini di sua moglie e madre del suo piccolo:
“Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il mio odio.Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Allora no, non vi farò il regalo di odiarvi. Ve lo meritereste, tuttavia rispondere all’odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Ma avete perso. L’ho vista stamattina. Alla fine, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita quel venerdì sera, bella come quando mi sono innamorato di lei dodici anni fa.
Naturalmente io sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei sarà con noi ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso delle anime libere a cui voi non avrete mai accesso. Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Pertanto non ho più tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi appena, deve fare la sua merenda come tutti i giorni, poi andremo a giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo bimbo vi farà l’affronto di essere libero e felice.perchè no, non avrete neanche il suo odio” .
Possiamo e dobbiamo rispondere a questa strategia del Male e dell’Odio solo con una strategia d’Amore, disseminando sempre comunque ed ovunque il rispetto per l’altro, e come dice Antoine, “non avrete il nostro Odio, non riempierete la nostra vita con la paura”.
Mike