Ho conosciuto questa “sindrome”, il cui neologismo è stato coniato dal caro amico Roberto Bonzio, giornalista, poco tempo fa.
La sindrome del Palio di Siena, indica quella capacità tutta ed esclusivamente italiana di lavorare affinchè gli altri, colleghi/concorrenti ottengano un risultato negativo con il proprio concorso.
Questo infatti, accade nel famosissimo Palio di Siena, durante il quale i fantini di alcune contrade concorrono, pur non avendo i mezzi appropriati, solo per intralciare il percorso dei fantini delle contrade più quotate.
Questo atteggiamento esclusivamente italiano, non consente di “fare squadra”, di lavorare per un obiettivo comune pur avendo competenze e conoscenze grazie al grande e possente bagaglio della cultura italiana, implodendo frequentemente nel mero individualismo.
Questa modalità purtroppo, la ritroviamo in qualsiasi ambiente lavorativo ( vedi il mondo politico: quante leggi non approvate per l’ostracismo inutile?)
ed è certamente una delle cause principali per cui l’Italia non cresce!
Ecco cosa dice il rapporto Eurispes sull’Italia
” E’ l’invidia, male tutto italiano, che blocca il paese, impedendogli di crescere, e di trasformare la potenza in energia. L’Italia è infatti rallentata da una diffusa e radicata sindrome del Palio di Siena la cui regola principale è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona”. Questo vizio è un vero e proprio spreco di potenza, una filosofia del contro invece che del per“.
Fare squadra, gruppo, per l’interesse comune, condividendo e festeggiando anche il successo personale dell’altro vuol dire agire nell’interesse comune di tutti!
C’è da chiedersi: come mai tanti sport di squadra sono nati nella cultura anglosassone???
Mike